Sala di Marte
Caserta Palazzo Reale, sala di Marte
PUNTI DI INTERESSE
La sala - prima delle anticamere dell'Appartamento murattiano, dedicata a Marte, dio della guerra - era denominata “Anticamera per i Titolati e i Baroni del Regno, Uffiziali Maggiori ed Intendenti Esteri”. Le decorazioni neoclassiche sono un’esaltazione, in stile Impero, delle virtù militari che hanno consentito ai Francesi di conquistare il Regno di Napoli. Il progetto di decorazione della sala fu commissionato da Gioacchino Murat all’architetto Antonio de Simone, affiancato da diversi architetti tra cui Etienne Chérubin Leconte. L’affresco della volta, firmato e datato 1815, fu dipinto da Antonio Calliano (1785-1824) e raffigura Il trionfo di Marte (1814).
I tre grandi bassorilievi di Valerio Villareale (1773-1854) sulla parete del camino rappresentano la Forza, la Prudenza e la Fama, mentre sulle pareti brevi sono raffigurate due Vittorie alate. I bassorilievi delle sovrapporte, come già l’affresco della sala, si riferiscono ad episodi tratti dall’Iliade. Il motivo geometrico del pavimento in marmo è costituito da una greca che gira intorno ad un esagono con una stella nel mezzo. Nella sala è posta anche una monumentale coppa in alabastro agatizzato e marmo serpentino, opera di bottega romana della prima metà dell’Ottocento, donata da Pio IX al sovrano Ferdinando II di Borbone per l’ospitalità ricevuta durante la Repubblica romana (1848 -1849). Su una consolle si distingue un busto muliebre in marmo, forse raffigurante Arianna, nel quale è incastonato un orologio che funge da medaglione.
I tre grandi bassorilievi di Valerio Villareale (1773-1854) sulla parete del camino rappresentano la Forza, la Prudenza e la Fama, mentre sulle pareti brevi sono raffigurate due Vittorie alate. I bassorilievi delle sovrapporte, come già l’affresco della sala, si riferiscono ad episodi tratti dall’Iliade. Il motivo geometrico del pavimento in marmo è costituito da una greca che gira intorno ad un esagono con una stella nel mezzo. Nella sala è posta anche una monumentale coppa in alabastro agatizzato e marmo serpentino, opera di bottega romana della prima metà dell’Ottocento, donata da Pio IX al sovrano Ferdinando II di Borbone per l’ospitalità ricevuta durante la Repubblica romana (1848 -1849). Su una consolle si distingue un busto muliebre in marmo, forse raffigurante Arianna, nel quale è incastonato un orologio che funge da medaglione.