Biella, 1933
Michelangelo Pistoletto
Intorno alla metà degli anni Cinquanta Pistoletto inizia la sua riflessione sul tema della figura umana, alla ricerca di una nuova figurazione in grado di esprimere il senso di alienazione dell’uomo contemporaneo. Insoddisfatto delle possibilità espressive offerte dalla pittura, comincia a lavorare sulla sua immagine riflessa: nascono così i quadri specchianti, opere realizzate con l’uso di superfici d’acciaio lucidate sulle quali l’artista applica veline ritagliate su contorni di fotografie a grandezza naturale. Nel 1967 aderisce al gruppo dell’Arte Povera ed introduce nei suoi lavori materiali nuovi, come stracci, lampade e fili elettrici. Alla fine degli anni Settanta, alterna a nuove installazioni sul tema dello spazio il ritorno alla rappresentazione dell’immagine riflessa. Con l’opera Annunciazione Terrae Motus l’artista partecipa con entusiasmo all’iniziativa del gallerista Lucio Amelio, dichiarando: “il terremoto è l’arte, per la forza di rinnovamento che l’arte ha in sé. Il terremoto siamo noi, per forza…”